“L’uomo nasce esploratore e ha dentro di sé l’esigenza di ‘andare oltre’”: l’ingegner Giovanni Martucci di Scarfizzi di Altec (Aerospace Logistics Technology Engineering Company) ha introdotto così il Caffè Scienza su Exomars 2020. Sviluppata sotto la guida della Thales Alenia Space Italia di Torino, prevede di spedire nel 2020 il primo Rover europeo su Marte, con lo scopo di rilevare forme di vita presenti o passate nel sottosuolo e validare le capacità tecnologiche europee.

La missione contribuirà ad aumentare le conoscenze del sistema solare e delle possibilità dell’uomo di vivere al di fuori della Terra, senza dimenticare l’importanza sempre maggiore che il comparto aerospaziale ha nell’economia italiana (0,5 % del Pil).

Marte condivide con il nostro pianeta la formazione ma l’evoluzione è stata poi completamente diversa. Capire il pianeta rosso consentirà anche di avere maggiori informazioni sull’origine della Terra. Si parla anche del ritorno sulla Luna, con una tecnologia che non abbiamo più perché dagli anni 70 non ci sono più state missioni, o della possibilità di sostare intorno al satellite della Terra come base per raggiungere Marte.

Il viaggio dell’uomo verso Marte comporterà problemi psicologici perché si tratta di un periodo di oltre sei mesi e si deve pensare alla protozione dai raggi cosmici. Per ora si realizzano missioni robotiche e non sono purtroppo mancati i problemi dell’”ultimo miglio”. Beagle 2, una missione del 2003, è fallita perché i pannelli solari della sonda non si sono aperti a sufficienza per alimentarla, la sonda Schiaparelli della prima missione Exomars nel 2016 si è schiantata sul suolo marziano. Finora solo gli Stati uniti sono riusciti a far atterrare una sonda senza problemi.

Dal 2016 intorno a Marte ruota l’orbiter Tgo, che consente la trasmissione dei dati, il 25 luglio del prossimo anno, quando la distanza Terra-Marte è minore, partirà la nuova missione. L’atterraggio è previsto il 19 marzo 2021. Dopo sei mesi, la sonda si fermerà perché è previsto il periodo di global dust storm (le tempeste di sabbia di Marte) e nel 2022 riprenderà l’attività. Il rover, ha spiegato l’ingegner Martucci, è un’ottima macchina ma ha una scarsa autonomia e i suoi movimenti dipenderanno dal centro di controllo operativo che ha sede a Torino. I dati in arrivo da Marte serviranno per decidere cosa fare, i dati verranno poi inviati al Tgo e da lì al rover.

Progettato a Torino, il rover Rosalind (il nome della biochimica Franklin, nota peri suoi studi su Dna), è dotato di un trapano che scende fino a due metri di profondità dove si pensa di trovare forme di vita passata in quanto la crosta di suolo marziano protegge dai raggi cosmici. Con la strumentazione a bordo si potrà effettuare una caratterizzazione geochimica del suolo e indagini di tipo biologico e fisico.

Al centro di controllo di Torino si riceveranno i dati e poi si realizzeranno sequenze di comandi. È stata realizzata una sala di controllo con aree di simulazione del terreno marziano, dove si potranno creare scenari del pianeta per per fare piani di attività sicuri. La missione è realizzata dalle agenzia spaziali europea e russa.

Entro la fine della prossima decade del secolo è previsto anche la Mars Sample Return mission che riporterà sulla terra i campioni prelevati su Marte.