Proseguono gli incontri dei Giovedì culturali e torna al centro dell’attenzione l’economia, ma con un approccio originale e profondo. Nostro ospite sarà infatti il professor Luigino Bruni, autore di moltissimi studi dedicati alla relazione complessa tra scienza economica e spiritualità religiosa. Al centro dell’incontro la presentazione del suo ultimo volume Il capitalismo e il sacro (Vita e pensiero, Milano 2019).

L’appuntamento è per giovedì 11 giugno alle 18 in diretta sulla nostra pagina Facebook e live sul nostro canale YouTube (il video al fondo della pagina).

Luigino Bruni è professore ordinario di Economia politica presso l’Università Lumsa di Roma. Coordinatore del progetto Economia di Comunione del Movimento dei Focolari, scrive su diverse testate giornalistiche, tra cui «Avvenire». Presso Vita e Pensiero ha pubblicato Fondati sul lavoro (2014), La foresta e l’albero (2016), La pubblica felicità (2018) e, con Alessandra Smerilli, La leggerezza del ferro (2010).

Dialogherà con il relatore Francesco Guala, professore ordinario di Filosofia dell’economia, logica e teoria dei giochi all’Università Statale di Milano, presidente dell’Associazione Cultura e Sviluppo.

Leggiamo dalla quarta di copertina del libro: “A dispetto delle apparenze, il capitalismo non ha eliminato il sacro nel mon­do secolarizzato. È esso stesso diventato una religione, non solo in Occidente, ma ormai su scala globale. Alla sua forma ultima, quella neo-liberista, vie­ne reso un culto indiscusso nella prassi quotidiana di miliardi di persone, i suoi dogmi (consumo in primis, crescita illi­mitata, incentivi, meritocrazia, profitto) vengono pacificamente condivisi, i suoi sacerdoti (i manager) ossequiati, le sue pratiche sacrificali accettate come ine­luttabili, le sue comunità chiesastiche (le imprese) desiderate. La forza cultu­rale del capitalismo odierno si insedia nelle coscienze fino a configurarsi come un’esperienza assoluta e onnipervasiva. 
Luigino Bruni esplora i profondi intrec­ci tra economia e religione, mercato e spirito, mostrandone le radici arcai­che, le contaminazioni storico-teologiche fino agli esiti sofisticati della società postmoderna. Che cosa ha da dire e fare il cristianesimo di fronte a questa nuova forma del sacro, diven­tata una vera e propria idolatria? La fede biblica ben conosce queste derive dell’umano, tentazione a cui sempre è stata esposta. Ma conosce anche la inestirpabile carica anti-idolatrica che sempre la ha abitata e tenuta in vita. Misericordia, dono, gratuità sono la sua cifra più profonda, un vero antido­to alle tendenze distruttrici di un’economia diventata idolo”.