Come funziona? Perché accade? Come potrei curare questo difetto o questa malattia? Sono tutte domande che, per sua natura, l’essere umano si pone da sempre, rispetto ai fenomeni che osserva quotidianamente come di fronte alle manifestazioni più misteriose della natura. Tutti noi, infatti, anche nella quotidianità, esploriamo, investighiamo, risolviamo problemi, inventiamo, sperimentiamo, sbagliamo, e riproviamo… Quando la curiosità e l’intuizione vengono applicate con un approccio sistematico per rispondere a domande di questo tipo, si sta facendo una ricerca. Di questo si parlerà al Caffè Scienza di lunedì 26 febbraio (ore 17,30-19) con Stefano Biffo, Professore Ordinario di Anatomia Comparata e Citologia (Università di Milano, Istituto Nazionale di Genetica Molecolare “Romeo ed Enrica Invernizzi” INGM, Milano) e Raffaele de Francesco (Istituto Nazionale di Genetica Molecolare “Romeo ed Enrica Invernizzi” INGM, Milano).

In molti campi della scienza si usa distinguere tra la ricerca “di base” (o teorica, o pura) e ricerca “applicata” (o pratica). La ricerca di base rappresenta la linfa dell’intero sistema della ricerca, il primo strumento affinché gli studiosi accumulino le informazioni preliminari per far crescere le loro idee e poi risorse competitive aggiuntive, a beneficio del Paese e di tutti. È naturale però che in periodi di crisi economica si tenda a guardare con occhio più critico i rapporti tra costi e benefici dei due tipi di ricerca. L’incontro con due protagonisti della ricerca scientifica italiana esplorerà il valore della competenza e il ruolo che la ricerca, in tutte le sue accezioni, e la tecnologia rivestono per il progresso culturale, sociale ed economico del nostro Paese.

Stefano Biffo ha conseguito la laurea in Biologia presso l’Università degli Studi di Torino. Successivamente, ha lavorato come ricercatore al Roche Institute for Molecular Biology, Nutley, NJ, USA, e al Max Planck Institute for Psychiatry, Martinsried, Germania. Ha conseguito un Ph.D. in neuroendocrinologia concentrando i suoi studi sul differenziamento dei neuroni. Dal 1995 al 2013 ha lavorato presso l’Istituto Scientifico San Raffaele, prima come ricercatore e poi come dirigente di laboratorio. In quel periodo ha clonato eIF6, un fattore che regola l’inizio della traduzione indotta da fattori di crescita. Il suo lavoro è focalizzato sul ruolo che il controllo della traduzione in condizioni patologiche, in particolare cancro e malattie ereditarie come la sindrome di Shwachman-Diamond. Nel 1998 è divenuto Professore associato di Biologia cellulare presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale. Nel 2014 è entrato a far parte di INGM e ha ottenuto la cattedra di Biologia cellulare e Anatomia comparata come Professore ordinario presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente, il suo lavoro si concentra sull’investigare i meccanismi molecolari tramite cui la traduzione regola crescita e proliferazione cellulari.

Raffaele De Francesco si è laureato Scienze Biologiche a Milano nel 1984. In seguito, si è recato all’Emory University di Atlanta, dove fra il 1985 ed il 1988 ha continuato i suoi studi in campo biochimico. Nel 1988, ha vinto una borsa di studio “post-doctoral” EMBO per continuare a condurre la sua attività di ricerca presso l’EMBL di Heidelberg, in Germania, dove è rimasto fino al 1990. Fra il 1991 ed il 2008, ha lavorato presso l’IRBM di Pomezia (Roma), parte dei Merck Research Laboratories). Dal 2008, ricopre la posizione di Group Leader presso INGM. Raffaele De Francesco è soprattutto riconosciuto a livello internazionale per la sua ricerca nei campi della virologia molecolare, della scoperta di nuovi farmaci contro il virus HCV e dei meccanismi di resistenza agli antivirali. I risultati delle sue ricerche hanno infatti avuto un ruolo chiave nella scoperta dei bersagli molecolari che sono stati alla base dello sviluppo dei nuovi agenti antivirali che sono in grado di eradicare l’epatite C cronica. Oggi il suo interesse scientifico è focalizzato sulla scoperta di bersagli molecolari che possano essere utilizzati per lo sviluppo di approcci terapeutici innovativi mirati alla cura definitiva di altre infezioni virali croniche, come l’epatite B e l’Aids.

Al termine dell’incontro sarà offerto un aperitivo grazie a Nova Coop – Presidio Soci di Alessandria.