Parlare di smart work… attraverso lo smart work: con Eliana Baici, economista del lavoro, che si occupa in particolare di capitale umano, ragioniamo su questa potenzialità in termini di cambiamento delle modalità lavorative. Le misure di distanziamento sociale, a seguito del diffondersi dei contagi da coronavirus, hanno imposto, laddove praticabile, il lavoro agile, ma questa pandemia ci ha colti impreparati. Se l’uso e l’integrazione degli strumenti per il lavoro a distanza fossero stati più presenti e diffusi nei modelli e nelle modalità lavorative, l’impatto economico avrebbe potuto essere più contenuto. Perché non è stato così?

Cosa deve cambiare nel contesto lavorativo per estendere i vantaggi di queste tecnologie ai lavoratori, alle aziende e alla collettività nel suo complesso? Nel momento difficile che stiamo vivendo, siamo di fronte ad un’opportunità unica per dare una spinta alla digitalizzazione non solo delle procedure, ma soprattutto delle persone, delle famiglie e della società. I vantaggi che ne potrebbero derivare sono enormi, anche sul benessere generale in termini di riduzione degli spostamenti, risparmio di tempo, conciliazione dell’attività lavorativa con quella di cura, qualità dell’aria, solo per citare i principali.

In dialogo Enrico Boccaleri, direttore del Centro Interdipartimentale sulla Sostenibilità UPO4Sustainability dell’Università del Piemonte Orientale.

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“Università chiuse ma menti aperte, guardando sempre avanti, perché la cultura non è legata solo e soltanto a luoghi fisici”.