Il lockdown ha praticamente bloccato gli spostamenti, ridotto la produzione industriale e modificato il mondo dei trasporti, rendendo evidente quanto forte sia l’effetto dell’intensità degli effetti dell’uomo sull’ambiente. Le azioni per l’emergenza coronavirus ci portano a riflettere sulla sfida globale all’inquinamento e ai cambiamenti climatici, su cui da anni si mantiene indifferenza nonostante i dati, ad esempio lo studio OMS che correla circa 90.000 decessi annui in Italia con l’inquinamento, evidenzino il ritardo e l’urgenza di un’azione tempestiva e permanente.

Quali sfide l’università deve affrontare rispetto al tema della sostenibilità? Con Carmen Aina, economista dell’istruzione e del lavoro, ed Enrico Ferrero, fisico dell’ambiente e dell’atmosfera ragioniamo sulla svolta dell’Università del Piemonte Orientale sui temi della sostenibilità per le future generazioni iniziative, con l’adesione alla RUS (Rete per le Università Sostenibili) e la costituzione del Centro UPO4Sustainability, diretto da Enrico Boccaleri (in dialogo con i relatori).

Le restrizioni dovute alla pandemia attuale possono offrire l’opportunità per sensibilizzare gli studenti e attuare un cambio di contenuti e modalità di insegnamento per il futuro. Mettendo al centro i temi dell’agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, seminari e corsi interdisciplinari punteranno ad aumentare la consapevolezza degli studenti sui temi ambientali e a modelli e buone pratiche a favore dell’ambiente.

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“Università chiuse ma menti aperte, guardando sempre avanti, perché la cultura non è legata solo e soltanto a luoghi fisici”.